Un documento di visione strategica per lo sviluppo della città, per fornire linee guida per l’istituzione di nuovi processi strategici, per l’innesco di azioni di trasformazione concrete.
Il Progetto Masterplan è un documento di visione strategica per lo sviluppo della città, a medio e lungo termine. Un documento che vuole fornire delle linee guida che siano a supporto per l’istituzione di nuovi processi strategici, e per l’innesco di azioni di trasformazione concrete.
Il Masterplan nasce in seguito ad una domanda: Come immaginiamo Torino tra 10 anni? Quale città abbiamo in mente quando parliamo di futuro?
La domanda non è di semplice risposta. Però potremmo voler vivere in una città che accoglie le principali tendenze globali di trasformazione, rispetto alla tecnologia e all’innovazione, o rispetto al cambiamento della società; in una smart city di riferimento in Europa, con reti di investimenti diffusi che spingono l’occupazione e i redditi medi; in una città che richiama talenti attraverso i suoi circuiti culturali.
Perché un Masterplan?
Nexto ha la sensazione che Torino sia ferma rispetto ad una contemporaneità che mette le città di fronte a profonde e rapidissime trasformazioni: come ci confrontiamo con questo specifico ‘presente’?
Il Progetto Masterplan vuole mettere in gioco proprio i rapporti tra elementi molto diversi tra loro: il peso e la riorganizzazione delle infrastrutture per la mobilità, la pervasività del digitale, la necessità di guardare a trasformazioni sostenibili, il ruolo chiave della produzione industriale e della produzione del sapere, la ridefinizione di chi abita oggi la città e dei modi in cui questa è abitata. Elementi differenti di una città più intelligente, smart, che si pongono alla base di una visione futura della città.
Il PRG: uno spartiacque
Nel 2020, il PRG di Torino compie 25 anni dalla sua approvazione e non funziona più per come era stato pensato: le risposte alle diversissime domande sociali ed economiche della città appaiono, in questa fase di cambiamento, esili e frammentate. Non è, cioè, adeguato ad accogliere la velocità delle trasformazioni sociali e culturali, nè a quelle economiche e del lavoro.
Senza contare che Torino è una città radicalmente diversa dal 1995: dopo l’esaltazione delle Olimpiadi, nell’ultimo decennio, a Torino è cambiato tutto o quasi. La percezione della città rispetto alle disuguaglianze sociali che la dividono, ai cambiamenti climatici che la affliggono, all’accesso fisico alla città e dalla città verso il suo esterno. È cambiata, in sostanza, la percezione della crescita della città, che oggi pare inerte rispetto alla forza di questo cambiamento.
Costruire la città di domani
Il Masterplan propone di sviluppare una visione a partire dall’individuazione di alcune tendenze, cioè di alcune questioni generali comuni a tutte le aree metropolitane contemporanee occidentali: i temi relativi alla mobilità di merci, persone e dati; i temi relativi alla sostenibilità ambientale e finanziaria delle trasformazioni urbane; la circolarità nei processi di gestione delle risorse fisiche; la necessità di rivedere il modo in cui si abita.
Lo sforzo intrapreso da questo lavoro va nella direzione di capire come sarà la Torino del domani, con quali temi specifici del territorio dovrà confrontarsi e con quale ordine di priorità. Una città che non può non tenere in considerazione alcuni temi più generali che investono il ripensamento dei territori urbanizzati in Europa e nel mondo: il benessere dei cittadini, l’equità nel garantirne i diritti fondamentali, il ripensamento delle infrastrutture e dell’economia per innovare la dimensione del lavoro e della produzione, la diminuzione delle disuguaglianze e l’inclusività delle città, la crescita economica, la produzione di energia pulita e il consumo responsabile delle risorse esistenti.
Una città aperta e condivisa
Una visione della città futura –sostenibile, innovativa e vivibile– non può che essere elaborata in modo partecipato e condiviso con i diversi soggetti che operano nei vari settori economici della città, e i cittadini che ogni giorno la abitano.
Per questo motivo, iIl processo di produzione di questo lavoro non è calato dall’alto, ma è combinato con l’opinione degli oltre duecento soci dell’Associazione, e con quella di diversi soggetti che operano in vari settori economici della città, ad essa esterni ma attivamente coinvolti. Dal punto di vista metodologico, l’ambizione non è solo quella di costruire una nuova città, ma di costruire innovazione costruendo la città, anche e soprattutto a partire dalle modalità con cui questa è portata avanti.